Vision & Mission

Vision & Mission.
Con questo blog vogliamo contribuire al riconoscimento del Counseling come attività preminentemente pratica.
Per questa ragione è denominato “Pragmacounseling”, il blog dei counselor pragmatici.
Per noi counselor pragmatici, il counseling è la relazione interpersonale-professionale in cui agiamo, nei confronti dei nostri clienti, per attivare e sostenere quei loro sviluppi di consapevolezza personale, che a loro serviranno per meglio affrontare le difficoltà esistenziali, rispetto alle quali ci stanno chiedendo aiuto.
Noi counselor pragmatici consideriamo il counseling una forma d’aiuto professionale praticata, principalmente, in forza del nostro, specifico e particolare, modo di stare con noi stessi, in relazione con i nostri clienti, gestendone opportunamente le dinamiche di comunicazione, con l’intento preordinato di avviare-rilanciare-sostenere, in loro, sviluppi di consapevolezza tali da migliorare significativamente le loro capacità/possibilità di affrontare le situazioni problematiche che stanno vivendo.
Tutto ciò che mette in luce la dimensione “pratica” di questo “specifico e particolare nostro modo di stare con noi stessi, in relazione con i nostri clienti,” che adottiamo nelle nostre relazioni di counseling, è quanto con questo blog vogliamo mettere in mostra, convinti in questo modo di fare il bene del counseling, meglio dimostrandone la natura ed il valore.
Il counseling in Italia è una libera professione, non regolamentata, NON inquadrata cioè in alcun sistema ordinistico, di “Collegi” e “Albi” professionali.
Per noi, counselor pragmatici, la prima conseguenza di tale fatto è quella di considerare il “SAPER FAR COUNSELING” la principale ed indiscutibile condizione, per poterlo fare professionalmente.
Del “saper far counseling” il presente blog vuol essere una vetrina, ospitando e proponendo interventi di varia natura, ma tutti accomunati dalla volontà di mettere in mostra, per valorizzarlo, cosa sia il “saper far counseling”, cosa lo caratterizzi, come si acquisisca, quali risultati produca, come lo si attesti e certifichi.
PRAGMACOUNSELING è un luogo di incontro e confronto per quei counselor che vogliono dare valore alla dimensione pratica del counseling, perché in questa dimensione ritrovano tutto ciò che caratterizza e rende unico il proprio fare counseling:
– saper accogliere
– saper ascoltare in modo propriocettivo/empatico
– saper comunicare in modo non violento, compassionevole ed efficace
– saper osservare senza giudicare
– saper avere una presenza attenta, consapevole e interattiva col proprio cliente (cioè “esserci” nella relazione, stare dentro la relazione, in contatto empatico col cliente; diversamente da quanto fanno quei professionisti che considerano il proprio coinvolgimento umano, nella relazione con i propri assistiti, spesso considerati “pazienti”, un’interferenza, un fattore di disordine, di mancanza di controllo e di verificabilità scientifica)
– saper incontrare l’altro, suscitando sentimenti di fiducia, riconoscimento, rassicurazione, conforto.
– saper accompagnare gli altri in percorsi di sviluppo di consapevolezza personale tali da metterli in condizione di meglio affrontare i loro problemi e, magari, risolverli
– saper gestire le operazioni di marketing personale funzionali al procacciamento del proprio lavoro.
PRAGMACOUNSELING è il blog di chi, e per chi, ritiene centrale il valore di una formazione in counseling organizzata intorno alla “pratica” delle competenze che rendono possibile il fare counseling; vale a dire i “saperi” qui sopra elencati.
Anche se, per fare counseling, una buona conoscenza dell’uomo, dei suoi processi di crescita, dei suoi cicli di vita personale/sociale/di gruppo, delle sue dinamiche psichiche, socio-culturali e di comunicazione interpersonale, delle sue caratteristiche legate all’appartenenza di genere, possono essere importanti, non sarà mai alcuna conoscenza teorica a qualificare il saper fare counseling.
La formazione in counseling, che l’idea di Pragmacounseling propone, essendo mirata all’acquisizione di saperi pratici, si qualifica come modello pedagogico di formazione pratica-esperienziale, dove ciascun allievo più che “imparare” in funzione di ciò che gli viene insegnato, “apprende” in funzione di ciò di cui fa esperienza diretta-personale.
Alla formazione in counseling si accede con alle spalle un’esperienza di vita e di formazione personale che, in materia di conoscenza dell’uomo, non può non aver già strutturato buone basi.
Su di queste, chi si occupa di formazione in counseling interviene “ad hoc”, per rafforzarle ed integrarle, secondo il fabbisogno di ciascun proprio allievo.
La più importante qualità della formazione in counseling è il suo essere un’esperienza di specializzazione professionale pratica, non di formazione teorico-concettuale.
È questo il tratto distintivo della formazione in counseling ed è a questo “tratto” che qui vogliamo dare luce e visibilità.
La “mission” di questo blog è avvalorare le potenzialità di efficacia, nel counseling, di un utilizzo specialistico e specializzato dei “saperi” pratici che lo strutturano e rendono possibile il farlo.
Ogni intervento, ogni post, ogni pubblicazione di materiale vario (che Ti invitiamo a produrre e/o a proporci) ha in questo blog un unico criterio di selezione: quello di poter testimoniare quanto sia fondamentale per fare counseling il saperlo fare e quanto l’apprendimento del saper fare counseling sia funzione diretta di una specifica formazione pratica-esperienziale, alla quale può accedere chiunque abbia buone capacità di apprendimento personale, propensione al confronto interpersonale, senso critico, disponibilità a mettersi in gioco emotivamente e, in ultimo, una cultura di base in grado di reggere e valorizzare gli approfondimenti teorico-culturali funzionali allo sviluppo del percorso stesso di formazione in counseling.
L’iscrizione ad una scuola di counseling non potrà dipendere da una semplice presentazione di un qualsivoglia titolo di studio e/o dal raggiungimento di una qualsivoglia età anagrafica.
Potrà sicuramente dipendere da una valutazione che emergerà come risultante di un apposito programma di introduzione al percorso di formazione in counseling, che verificherà le compatibilità pratiche con un’efficace partecipazione allo stesso.
Se il candidato allievo dimostrerà, praticamente, di potere e sapere stare nei lavori di gruppo organizzati per la formazione in counseling, sarà compito della scuola gestire l’efficace offerta di un piano di studi mirato, affinché il proprio allievo acquisisca le conoscenze teoriche indispensabili al buon “funzionamento” delle competenze di counseling che andrà acquisendo.
L’offerta, da parte di una scuola di counseling, di un progetto formativo in grado di accogliere e includere differenti background di studio, di stati e di esperienze personali, è ovviamente una caratteristica di particolare valore della scuola stessa, non commensurabile con la scelta di un principio di selezione dei propri allievi che escluda chi non dovesse disporre di un qualche particolare titolo di studio e/o età anagrafica.
In materia di valutazione di un qualsivoglia livello di competenza personale e/o professionale in counseling, sosteniamo un ovvio principio:
ogni competenza personale-professionale va riscontrata praticamente, perché consideriamo troppo alto il rischio di inconsistenza pratica di ogni requisito formale; tale rischio è inaccettabile per chi svolge una professione, e ne forma i relativi professionisti, di carattere assolutamente pratico.
Insomma, non ci interessano i titoli necessari per fare counseling, ci interessa il saperlo fare.
Tra chi dice di avere “titolo” di fare counseling e chi dimostra di “saperlo fare”, preferiamo i secondi.